Negli ultimi anni, la correlazione tra apparato stomatognatico e malattie neurodegenerative ha catalizzato l’attenzione della ricerca scientifica, generando un corpo di evidenze sempre più robusto. Tuttavia, molti articoli, riportando solo frammenti di queste evidenze, favoriscono una visione incompleta che può indirizzare il clinico verso conclusioni non appropriate. Nel post propongo un altro tassello che correla l’apparato stomatognatico alle malattie neurodegenerative che si aggiunge a quello di alcuni miei post pubblicati precedentemente. Per comodità del lettore ho incluso i link alle referenze bibliografiche, dove possibile, direttamente nel testo.
La Rete Neurobiologica
Uno studio cruciale di Sakai et al. (2010) ha dimostrato che “il locus coeruleus proietta al nucleo trigeminale mesencefalico nei ratti”, con “assoni singoli tracciati dai corpi cellulari del LC marcati alla regione Me5 ipsilaterale dove producevano rigonfiamenti simil-terminali” The locus coeruleus projects to the mesencephalic trigeminal nucleus in rats – ScienceDirect.
Questa connessione neuroanatomica diretta, già intuita negli studi pioneristici di Moruzzi e Manzoni sul sistema reticolare ascendente, rivela una realtà molto più complessa di quanto comunemente riportato.
La noradrenalina: due facce della stessa medaglia
La flora batterica parodontale viene modulata dalla noradrenalina
Contrariamente alle semplificazioni che spesso leggiamo, Nakajima et al. (2010) hanno dimostrato che “la crescita di P. gingivalis FDC381 è stata inibita dalla noradrenalina a 24 e 36h. L’inibizione della crescita da parte della noradrenalina è aumentata in modo dose-dipendente” Exposure of P. gingivalis to noradrenaline reduces bacterial growth and elevates ArgX protease activity – PubMed.
Questa evidenza è supportata dalla revisione sistematica di Boyanova (2017), che documenta come “gli effetti di epinefrina e noradrenalina possono portare ad un aumento o diminuzione della crescita, o nessun effetto sulla crescita degli anaerobi. Gli effetti sono specie-specifici” Stress hormone epinephrine (adrenaline) and norepinephrine (noradrenaline) effects on the anaerobic bacteria – ScienceDirect.
La barriera ematoencefalica dipende dalla noradrenalina
Un elemento cruciale spesso omesso: Sarmento et al. (1991) hanno dimostrato che “la noradrenalina aumenta la permeabilità della barriera ematoencefalica al fluoresceina di sodio, molto probabilmente attraverso un effetto sui recettori alfa-adrenergici” Adrenergic influences on the control of blood-brain barrier permeability – PubMed.
Un dato ancora più significativo: Johansson & Andersson (1982) hanno evidenziato una “maggiore vulnerabilità della barriera ematoencefalica all’ipertensione acuta dopo deplezione della noradrenalina cerebrale” Increased vulnerability of the blood-brain barrier to acute hypertension following depletion of brain noradrenaline – PubMed.
Una visione sistemica della catena causale:
Il Locus Coeruleus: centro nevralgico
Il locus coeruleus è “il gruppo più grande di neuroni noradrenergici nel sistema nervoso centrale”, e “proietta estensivamente ad aree diffuse del cervello e del midollo spinale” Functional Neuroanatomy of the Noradrenergic Locus Coeruleus: Its Roles in the Regulation of Arousal and Autonomic Function Part I: Principles of Functional Organisation – PMC.
Come evidenziato da De Cicco et al. (2018), “i neuroni del LC influenzano l’attività metabolica cerebrale, l’espressione genica e i processi infiammatori cerebrali” Trigeminal, Visceral and Vestibular Inputs May Improve Cognitive Functions by Acting through the Locus Coeruleus and the Ascending Reticular Activating System: A New Hypothesis – PMC.
La tesi supportata dalle (attuali) evidenze
La letteratura scientifica converge verso un meccanismo più sofisticato così riassumibile:
- La mancanza di uso della componente motoria del trigemino (cibi morbidi, perdita molari)
- Determina una diminuzione del funzionamento del Locus Coeruleus
- Con conseguente minor produzione di noradrenalina
- Questo porta simultaneamente a:
- Aumento della flora patogena parodontale (perdita dell’effetto inibitorio)
- Diminuzione dell’efficienza della barriera ematoencefalica
L’evidenza dall’articolo di Borrego et al. (2023)
Lo studio di Borrego et al. pubblicato su International Journal of Oral Science sottolinea che “se i batteri orali si introducono nel cervello attraverso diffusione ematogena, carie, parodontite e altre infezioni orali possono portare a infezione intracranica e persino malattie neurodegenerative e neuropsicologiche” The interaction between the nervous system and the stomatognathic system: from development to diseases – PMC.
Implicazioni cliniche.
La complessità della masticazione di cibi duri
La masticazione vigorosa non è semplicemente “benefica” in modo generico. È un meccanismo di modulazione neuroplastica che:
- Mantiene attivo il circuito LC-trigemino
- Preserva la produzione di noradrenalina centrale
- Controlla l’ecosistema batterico parodontale
- Mantiene l’integrità della barriera ematoencefalica
La necessità di una visione clinica integrata.
Come professionisti dovemmo evitare:
- Semplificazioni meccanicistiche
- Correlazioni lineari superficiali
- Omissioni di meccanismi chiave
La clinica ci insegna che ogni intervento terapeutico deve considerare l’intero network neurobiologico, non solo frammenti isolati.
La sintesi dell’evidenza
La correlazione tra apparato stomatognatico e malattie neurodegenerative non è una semplice associazione statistica, ma emerge da una rete neurobiologica integrata dove:
- Il Locus Coeruleus funge da centro di controllo noradrenergico
- La masticazione mantiene attivo questo sistema
- La noradrenalina modula simultaneamente flora batterica e barriera ematoencefalica
La verità scientifica è sempre più complessa e affascinante delle semplificazioni.
Come professionisti, dobbiamo impegnarci ad interpretare la letteratura nella sua completezza, rispettando la complessità dei meccanismi biologici e fornendo ai nostri pazienti una comprensione accurata basata sulle migliori evidenze oggi disponibili.
Counseling Alimentare Orientato alla Neuroplasticità Masticatoria
- Razionale scientifico: Lo studio di Kim et al. (2024) dimostra che la masticazione di materiali resistenti induce incrementi significativi del glutatione cerebrale (p<0.05) e miglioramenti cognitivi misurabili, mentre materiali morbidi non producono effetti comparabili.
- Applicazione clinica: Sviluppare protocolli di counseling nutrizionale che enfatizzino l’importanza della consistenza alimentare oltre ai tradizionali parametri nutrizionali. Raccomandare l’incorporazione regolare di alimenti naturalmente resistenti (verdure crude fibrose, frutti a guscio, carni magre) come strategia preventiva per il mantenimento dell’integrità neurocognitiva.
- Considerazioni cliniche: Personalizzare le raccomandazioni in base allo stato parodontale, all’integrità dell’articolazione temporo-mandibolare e alla capacità masticatoria residua del paziente, garantendo un equilibrio tra stimolazione neurale e sostenibilità biomeccanica.
Vi invito, se ritenete utili queste informazioni, a condividerle ed a commentarle
Fonti:
- Takahashi, T., Shirasu, M., Shirasu, M., Kubo, K.-Y., Onozuka, M., Sato, S., Itoh, K., & Nakamura, H. (2010). The locus coeruleus projects to the mesencephalic trigeminal nucleus in rats. Neuroscience Research, 68(2), 103-106. https://doi.org/10.1016/j.neures.2010.06.012
- Saito, T., Inagaki, S., Sakurai, K., Okuda, K., & Ishihara, K. (2011). Exposure of P. gingivalis to noradrenaline reduces bacterial growth and elevates ArgX protease activity. Archives of Oral Biology, 56(3), 244-250. https://doi.org/10.1016/j.archoralbio.2010.09.014
- Sarmento, A., Borges, N., & Azevedo, I. (1991). Adrenergic influences on the control of blood-brain barrier permeability. Naunyn-Schmiedeberg’s Archives of Pharmacology, 343(6), 633-637.
- Wu, Y., Lan, Y., Mao, J., Shen, J., Kang, T., & Xie, Z. (2023). The interaction between the nervous system and the stomatognathic system: from development to diseases. International Journal of Oral Science, 15(1), 34.
- Kim, S., Kim, J. H., Lee, H., Jang, S. H., Noeske, R., Choi, C., Chang, Y., & Choi, Y. H. (2024). Effect of chewing hard material on boosting brain antioxidant levels and enhancing cognitive function. Frontiers in Systems Neuroscience, 18, 1489919.