Dai software che diagnosticano carie e parodontiti con una precisione superiore all’occhio umano ai piani di trattamento personalizzati in ortodonzia, alla tele odontoiatria che riduce spostamenti e tempi di attesa, l’Intelligenza Artificiale (AI) promette un’era di cure più rapide, precise e accessibili. Un vero game-changer, no?
Eppure, dietro la potenzialità di questa innovazione, si cela una verità scomoda e controintuitiva: stiamo costruendo il futuro dell’odontoiatria digitale su fondamenta etiche ancora fragili.
I ricercatori sottolineano una “carenza di linee guida etiche specifiche per l’odontoiatria” e, ancor più allarmante, che “molti dentisti adottano queste tecnologie senza comprenderne appieno il funzionamento e i limiti”.
Pensiamoci: chiediamo ai pazienti di fidarsi di diagnosi e trattamenti generati da algoritmi che noi stessi non capiamo a fondo. I pazienti si aspettano, giustamente, che un dentista conosca i limiti degli strumenti e delle tecniche che utilizza; ciò non vale ancora per l’AI creando punti ciechi sui rischi rendendo fondamentale chiarire chi sia responsabile in caso di errore.
Non si tratta solo di buone intenzioni. La Legge 8 marzo 2017, n. 24, impone la sicurezza delle cure e la prevenzione / gestione del rischio clinico. Senza linee guida chiare per l’AI, la punibilità per imperizia potrebbe essere a rischio, e la negligenza o imprudenza rimangono pene applicabili. La privacy dei dati dei pazienti e la sicurezza delle informazioni sono già sfide etiche significative.
Il potenziale danno, alla sacra relazione medico-paziente, potrebbe essere irreparabile.
Allora, la soluzione è rallentare l’innovazione? Assolutamente no! Sarà invece necessario accrescere le nostre competenze informatiche, coltivando la saggezza umana, per governare l’AI.
Le prossime aree da potenziare:
- Sviluppare urgentemente linee guida etiche chiare per l’uso dell’AI nella pratica clinica.
- Investire massicciamente nella formazione continua dei professionisti, non solo sull’uso, ma sulla comprensione profonda dell’AI, i suoi limiti e le sue implicazioni legali ed etiche.
- Promuovere una trasparenza radicale con i pazienti su come l’AI viene utilizzata e su chi è responsabile.
- Potenziare la collaborazione tra clinici, accademici, industria e organismi di regolamentazione per costruire un futuro digitale non solo efficiente, ma profondamente etico.
L’AI è un potente strumento di supporto ma non sostituisce né il giudizio clinico nè la relazione umana. Non permettiamo che l’entusiasmo per il progresso offuschi la nostra responsabilità primaria: garantire la sicurezza e coltivare la fiducia dei pazienti.
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