La parodontite è una malattia infiammatoria cronica che colpisce oltre il 7% degli adulti nel mondo. Eppure, nella percezione comune, rimane relegata a un problema estetico, relazionale (alitosi) o meramente dentale. Nulla potrebbe essere più lontano dalla realtà.
Gli ultimi dati da revisioni sistematiche della letteratura rivelano che la parodontite non trattata è associata a un aumento significativo del rischio di malattie cardiovascolari, ictus, mortalità per tutte le cause e una cascata di patologie sistemiche gravi [1][2][3][4]. Per chi lavora in ambito sanitario, aziendale o nel benessere organizzativo, questo rappresenta un messaggio cruciale: trascurare la salute parodontale significa accettare consapevolmente un profilo di rischio più elevato.
I numeri della parodontite
Una recente metanalisi su oltre 4 milioni di persone ha documentato che la malattia parodontale è associata a un aumento del rischio relativo (RR) di mortalità per tutte le cause pari a 1,31, con impatti specifici su coronaropatia, ictus e morte cardiaca [3]. Un’altra revisione sistematica ha rafforzato questi dati, mostrando che chi soffre di parodontite o edentulia presenta un rischio di mortalità globale aumentato del 46% (RR 1,46) [2].
Questi numeri non sono astratti e documentano il fatto che le persone con malattia parodontale hanno maggiori probabilità di sviluppare o morire per le stesse patologie che maggiormente colpiscono la popolazione mondiale.
Una revisione del 2025 ha ampliato la prospettiva, documentando che la parodontite è associata a:
- Obesità e dismetabolismo
- Diabete di tipo 2
- Malattie cardiovascolari e coronaropatie
- Insufficienza renale cronica
- Malattie respiratorie
- Esiti avversi in gravidanza
- Neoplasie
- Disturbi neurodegenerativi
Il quadro è chiaro: la parodontite non è isolata. È un marcatore, e spesso un driver, di infiammazione sistemica cronica [4].
Il collegamento bocca-organismo
Perché una malattia della bocca impatta così profondamente la salute generale?
Il meccanismo biologico è ben documentato. L’infiammazione gengivale cronica non rimane confinata: i batteri orali e le citochine infiammatorie possono diffondersi nel circolo sanguigno, raggiungere il cuore, i vasi, i reni e altri organi [1][4]. Gli studi istologici hanno identificato batteri orali nelle placche aterosclerotiche coronariche, nella placenta di gravidanze complicate e in altri tessuti distanti dalla bocca [4].
Una revisione sistematica focalizzata sul contesto sistemico della parodontite ha evidenziato come l’infiammazione parodontale sia strettamente intrecciata con malattie cardiovascolari e diabete, sia attraverso la diffusione batterica diretta che attraverso l’aumento dello stato infiammatorio sistemico [1].
Inoltre, una review su malattia parodontale e patologie cardiache ha confermato che la gravità della parodontite è direttamente correlata all’entità del rischio cardiovascolare: peggiore è la salute parodontale, più alto è il pericolo [2].
Implicazioni
Se la parodontite impatta mortalità e multimorbilità, perché non è ancora parte centrale dei programmi di prevenzione aziendale e della medicina generale?
La risposta risiede in una lacuna culturale e organizzativa.
Ripensare la prevenzione: Inserire lo screening parodontale nei check-up aziendali come indicatore precoce di rischio cardiometabolico significa anticipare, identificare e gestire il rischio prima che evolva in malattia cardiovascolare manifesta [4].
Creare percorsi integrati: Medici di medicina generale, cardiologi, diabetologi e dentisti dovrebbero lavorare in équipe condividendo le cartelle cliniche dei pazienti. La parodontite rappresenta una “red flag” di infiammazione sistemica che merita monitoraggio e intervento multidisciplinare [1][4].
Comunicare con i numeri: Per chi gestisce risorse umane, benefit aziendali o sanità pubblica, il messaggio è semplice: un euro investito nella prevenzione e nel trattamento della parodontite è un euro risparmiato in terapie cardiovascolari, ospedalizzazioni e perdita di produttività [2][3].
La sfida
La ricerca clinica ha fornito la prova: la parodontite è una componente critica del profilo di rischio di vita di ogni persona. Le linee guida internazionali lo riconoscono. Eppure, la pratica clinica rimane frammentata.
Per i professionisti della sanità, dell’industria farmaceutica, del welfare aziendale e della public health, la domanda è urgente: Come è possibile tradurre queste evidenze in azioni concrete di prevenzione?
Per il cittadino, il messaggio è ancora più immediato: Non è solo vanità prendersi cura delle gengive. È una questione di vitale importanza!
Conclusione
La parodontite non è un problema estetico marginale. È una finestra sul profilo infiammatorio e cardiometabolico generale di una persona, con impatti documentati su longevità e qualità della vita [2][3][4]. Le revisioni sistematiche degli ultimi anni hanno consolidato questa consapevolezza nel mondo scientifico.
Ora tocca ai professionisti, alle organizzazioni e alla sanità pubblica fare il passo successivo: integrare la salute parodontale nei protocolli di prevenzione, trasformando una “semplice visita dal dentista” in un tassello essenziale della medicina preventiva moderna.
Nel frattempo, invito i lettori a non considerare la salute orale come un lusso ma come una necessità vitale!
Bibliografia
[1] Periodontal Health and Disease in the Context of Systemic Diseases. Hindawi International Journal of Environmental Research and Public Health, 2023.
[2] Periodontitis, Edentulism, and Risk of Mortality: A Systematic Review. Journal of Dental Research, 2021, 100(1), 10-24.
[3] Periodontal disease and subsequent risk of cardiovascular disease: a systematic review and meta-analysis. PLOS ONE, 2023, 18(9), e0290545. [4] Relationship between periodontitis and systemic health conditions. Emerging Microbes & Infections, 2025, 14(1), 1-15.
Autore dell’articolo:
Dr. Gaetano Calesini e Dr. Caterina Calesini