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Il biografo silenzioso: come lo stile di vita scrive la sua storia nella bocca

Stress, alimentazione, fumo, alcol, sonno e attività fisica: cosa rivela la ricerca scientifica sulle connessioni tra abitudini quotidiane e salute orale

C’è un osservatore silenzioso che registra molti aspetti dello stile di vita. Non è un’applicazione digitale, né un dispositivo indossabile. È la bocca.

Dopo decenni di pratica clinica, la capacità di leggere nei tessuti orali informazioni che vanno oltre la semplice valutazione dentale si affina progressivamente. Livelli di stress, abitudini alimentari, fumo, consumo di alcol, qualità del sonno, attività fisica: i tessuti orali ne conservano traccia.

L’ osservazione clinica oggi è supportata da una mole crescente di evidenze scientifiche che collegano la salute orale allo stile di vita attraverso sei fattori principali.

1. Stress: la biochimica che raggiunge il parodonto

Quando si parla di stress, si tende a pensarlo come un’esperienza soggettiva. Ma lo stress cronico lascia tracce biologiche misurabili, e la bocca è uno dei luoghi in cui queste tracce si manifestano precocemente.

Il cortisolo, principale ormone dello stress, può essere misurato nella saliva. Una metanalisi pubblicata nel febbraio 2025 sul Journal of Contemporary Dental Practice, che ha analizzato undici studi clinici su oltre 1.500 partecipanti, ha documentato un’associazione statisticamente significativa tra livelli elevati di cortisolo salivare e malattia parodontale.

Il meccanismo proposto coinvolge molteplici vie: il cortisolo elevato influenza la risposta immunitaria locale, alterando la capacità dei tessuti parodontali di contrastare l’aggressione batterica. Contemporaneamente, può modificare la composizione del microbiota orale, favorendo la proliferazione di specie associate alla malattia parodontale.

2. Alimentazione: gli zuccheri oltre la carie

Una delle osservazioni più frequenti nella pratica clinica riguarda persone attente alla propria alimentazione che presentano erosione dentale significativa. Smoothie acidi, acqua con limone al mattino, barrette energetiche: abitudini considerate salutari che, ripetute quotidianamente, possono danneggiare lo smalto.

Ma oltre all’erosione, esiste un meccanismo più profondo. Una revisione pubblicata su BDJ Open nell’ottobre 2024 ha documentato come l’eccesso di zuccheri alimentari possa indurre disbiosi sia nel microbiota intestinale che in quello orale.

Gli autori evidenziano che gli zuccheri in eccesso, in particolare fruttosio e saccarosio, possono causare infiammazione sistemica di basso grado, promuovere la proliferazione di specie batteriche associate alla malattia parodontale e contribuire a condizioni sistemiche come obesità e sindrome metabolica, che a loro volta aggravano l’infiammazione parodontale.

3. Fumo: il fattore di rischio modificabile più significativo

Il fumo di tabacco rappresenta il fattore di rischio modificabile più significativo per la malattia parodontale. Una revisione sistematica e meta-regressione pubblicata sull’American Journal of Preventive Medicine nel 2018 ha documentato che il fumo aumenta il rischio di parodontite dell’85%.

I meccanismi sono molteplici: il tabacco altera la composizione del microbioma orale, aumentando le specie patogene; compromette la risposta immunitaria locale attraverso immunosoppressione e stress ossidativo; riduce la vascolarizzazione gengivale per effetto della vasocostrizione indotta dalla nicotina; diminuisce la capacità di guarigione dei tessuti dopo interventi chirurgici o terapie parodontali.

Anche l’esposizione al fumo passivo è stata associata a un aumento del rischio di cancro orale, con una probabilità di 1,51 che sale a 2,07 quando l’esposizione supera i 10-15 anni.

4. Alcol: effetti diretti e sinergici

Il consumo di alcol influisce negativamente sulla salute orale attraverso meccanismi diretti che includono: irritazione dei tessuti molli, alterazione del microbioma, effetti sulla produzione salivare, e meccanismi indiretti, legati ai comportamenti associati al consumo di alcol.

Uno studio randomizzato pubblicato nel 2025 ha identificato una probabilità di 2,77 per la parodontite cronica associata al consumo di alcol.

L’effetto diventa particolarmente rilevante in combinazione con il fumo. Una revisione sistematica ha documentato effetti sinergici significativi: alcol e fumo insieme presentano un odds ratio di 4,74 per il cancro orale; alcol e tabacco da masticare di 7,78; la combinazione di tutti e tre i fattori raggiunge un odds ratio di 16,17.

5. Sonno e bruxismo: manifestazioni notturne, origini complesse

Il bruxismo, ovvero il digrignamento e serramento dei denti, rappresenta un fenomeno clinico frequente. Una revisione sistematica e metanalisi pubblicata sul Journal of Clinical Medicine nel 2024 ha stimato la prevalenza globale del bruxismo notturno al 21% e quella del bruxismo diurno al 23%. Quando la diagnosi viene effettuata mediante polisonnografia, la prevalenza del bruxismo notturno sale al 43%.

Una revisione sistematica pubblicata nel 2025 ha analizzato l’associazione tra bruxismo e qualità del sonno. I risultati mostrano che, mentre i parametri polisonnografici oggettivi non differiscono significativamente tra soggetti con e senza bruxismo, la percezione soggettiva di scarsa qualità del sonno è associata a un rischio aumentato di bruxismo, con un odds ratio di 1,92.

La relazione tra bruxismo notturno e apnea ostruttiva del sonno rimane oggetto di discussione scientifica. Una metanalisi del 2024 ha concluso che l’associazione non raggiunge la significatività statistica. Tuttavia, una scoping review ha rilevato una prevalenza di condizioni concomitanti di circa il 40% negli adulti, suggerendo che, pur in assenza di una relazione causale definita, le due condizioni coesistono frequentemente.

6. Attività fisica: protezione attraverso la modulazione infiammatoria

A differenza dei fattori precedenti, l’attività fisica rappresenta un elemento protettivo per la salute orale.

Una revisione sistematica e metanalisi pubblicata su BMC Sports Science, Medicine and Rehabilitation nel 2023 ha analizzato 30 studi, di cui 4 sperimentali e 26 osservazionali. I risultati indicano che l’attività fisica regolare è inversamente associata alla prevalenza e alla gravità della parodontite, con un risk ratio di 0,84.

Il meccanismo proposto coinvolge la modulazione delle citochine infiammatorie e la regolazione della proteina C-reattiva (CRP), un marker infiammatorio significativamente correlato con la parodontite.

Uno studio sui dati del NHANES III ha documentato che individui che mantengono un peso normale, praticano attività fisica regolare e seguono una dieta equilibrata presentano una prevalenza di parodontite inferiore del 40% rispetto a chi non adotta questi comportamenti.

Un’osservazione interessante riguarda gli atleti professionisti: nonostante elevati livelli di attività fisica, presentano frequentemente condizioni parodontali non ottimali. Questo apparente paradosso può essere spiegato da fattori concomitanti come consumo di bevande sportive acide, respirazione orale durante lo sforzo, diete ad alto contenuto di carboidrati.

L’interazione tra i fattori

I sei fattori non agiscono isolatamente. La ricerca documenta interazioni complesse: lo stress può indurre comportamenti compensatori come consumo di alcol, fumo, alimentazione squilibrata; la scarsa qualità del sonno può aumentare i livelli di cortisolo e ridurre la motivazione all’attività fisica; il fumo e l’alcol hanno effetti sinergici documentati.

Il microbioma orale emerge come elemento centrale di questa interazione. Con oltre 700 specie batteriche, rappresenta un ecosistema dinamico che risponde a tutti questi fattori. Una ricerca longitudinale condotta a Stanford ha dimostrato che il microbioma orale presenta caratteristiche individuali distintive e si modifica durante periodi di stress, malattia o cambiamenti nello stile di vita.

Implicazioni pratiche

La comprensione di questi fattori suggerisce un approccio integrato che va oltre la semplice igiene orale quotidiana.

Gestione dello stress: riconoscere che segni come il bruxismo possono rappresentare manifestazioni di sovraccarico. I dispositivi occlusali notturni offrono protezione meccanica per la dentatura, ma non affrontano le cause sottostanti.

Alimentazione: limitare l’assunzione di zuccheri aggiunti secondo le linee guida OMS; consumare bevande acide insieme ai pasti completi; attendere almeno 30 minuti prima di spazzolare quando lo smalto è temporaneamente “ammorbidito” dall’azione degli acidi.

Fumo e alcol: la cessazione del fumo rappresenta l’intervento singolo più efficace per migliorare la salute parodontale. La riduzione del consumo di alcol contribuisce a ridurre l’infiammazione sistemica.

Qualità del sonno: in presenza di bruxismo notturno, considerare una valutazione della qualità del sonno. Anche se la relazione causale con i disturbi respiratori del sonno non è definitivamente stabilita, la coesistenza delle due condizioni è frequente.

Attività fisica: mantenere un livello regolare di attività fisica moderata contribuisce alla modulazione dello stato infiammatorio sistemico.

Monitoraggio integrato: i controlli odontoiatrici periodici rappresentano un’opportunità per valutare indicatori precoci di squilibri che vanno oltre la salute dentale. Segni di erosione, infiammazione gengivale, usura da bruxismo possono precedere manifestazioni sistemiche.

Verso una visione integrata

Il paradigma emergente dalla letteratura scientifica suggerisce di considerare la bocca non come un compartimento separato, ma come parte di un sistema integrato.

I tessuti orali possono rappresentare un punto di osservazione privilegiato sulla salute sistemica, registrando squilibri metabolici, endocrini, comportamentali prima che si manifestino in patologie conclamate.

Per gli odontoiatri e per la popolazione questa consapevolezza può tradursi in un’opportunità: utilizzare la valutazione odontoiatrica periodica come parte di un approccio più ampio alla prevenzione e al mantenimento del benessere.

Bibliografia

  1. Alshahrani, AA, Al-Ak’hali, MS, Al-Moraissi, EA, Fageeh, HN, e altri autori. (2025). I livelli di cortisolo salivare sono elevati nei pazienti con parodontite sottoposti a stress? Una revisione sistematica e una metanalisi. Journal of Contemporary Dental Practice, 26 (2), 206–216.​
  2. Shanmugasundaram, S., & Karmakar, S. (2024). Eccesso di zuccheri nella dieta e il suo impatto sull’infiammazione parodontale: una revisione narrativa. BDJ Open, 10 (1), 78. 
  3. Leite, FRM, Nascimento, GG, Scheutz, F. e López, R. (2018). Effetto del fumo sulla parodontite: una revisione sistematica e meta-regressione. American Journal of Preventive Medicine, 54 (6), 831–841. 
  4. Zieliński, G., Pająk, A., Wójcicki, M., e collaboratori. (2024). Prevalenza globale del bruxismo del sonno e del bruxismo da svegli in popolazioni pediatriche e adulte: una revisione sistematica e una metanalisi. Journal of Clinical Medicine, 13 (14), 4259. 
  5. Cao, R., e altri autori. (2023). La relazione di fondo tra esercizio fisico e prevalenza della parodontite: una revisione sistematica e una metanalisi. BMC Sports Science, Medicine and Rehabilitation, 15 , 161. 

Autore dell’articolo:

Dr. Gaetano Calesini e Dr. Caterina Calesini