Storicamente, il cavo orale è stato considerato semplicemente un componente dell’apparato digerente, essenziale per processi come la masticazione, la fonazione e la digestione. La ricerca scientifica ha integrato questa visione, scoprendo una connessione neurobiologica multiforme e significativa tra la salute orale e la funzionalità cerebrale, in particolare per quanto riguarda la regolazione dell’umore.
L’asse oro-cerebrale costituisce un sistema bidirezionale in cui la cavità orale e il suo microbioma esercitano un’influenza sul cervello, e ne sono reciprocamente influenzati, generando un impatto significativo sui fenomeni cognitivi, emotivi e neurodegenerativi.
La funzione del microbioma orale nel dialogo con il cervello
Il microbioma orale è costituito da un insieme eterogeneo di microrganismi che popolano le varie regioni della bocca, tra cui la saliva, la mucosa orale e la lingua. La ricerca indica che le alterazioni in questo ecosistema microbico possono provocare ramificazioni sistemiche, anziché limitarsi a effetti localizzati, influenzando così le risposte neuro-infiammatorie e le dinamiche neurochimiche cerebrali (Borrego-Ruiz & Borrego, 2025).
Nei pazienti affetti da declino cognitivo o morbo di Alzheimer, si notano notevoli alterazioni nella composizione della comunità batterica orale. Nello specifico, si registra un marcato aumento dei microrganismi proinfiammatori, in particolare dai generi Treponema e Porphyromonas.
In particolare, la Porphyromonas gingivalis, che è legata a stati infiammatori cronici, è stata rilevata nel tessuto cerebrale dei malati di Alzheimer: questo batterio secerne proteasi tossiche note come gingipaine che contribuiscono alla degradazione neuronale caratteristica della malattia, compresa la formazione di placche amiloidi e le modificazioni della proteina tau.
In alcuni contesti patologici, viene inoltre identificata la presenza di un consorzio protettivo di microrganismi, come Gemella, che sembra esercitare un’influenza meno dannosa o potenzialmente vantaggiosa per la salute orale e cognitiva.
La modifica generale del microbiota orale, caratterizzata da uno spostamento verso la predominanza di specie pro-infiammatorie, può svolgere un ruolo contributivo nei meccanismi infiammatori e neurodegenerativi sistemici che caratterizzano il deterioramento cognitivo e il morbo di Alzheimer attraverso il rilascio di citochine infiammatorie e lipopolisaccaridi (LPS), che possiedono la capacità di attraversare la barriera emato-encefalica, innescando una cascata neuro-infiammatoria che sta alla base delle alterazioni emotive e cognitive. (Liu et al., 2024).
Meccanismi neurochimici e biologici di modulazione dell’umore
L’asse oro-cerebrale opera attraverso varie vie: nervi cranici, incluso il nervo trigemino, nonché meccanismi biochimici e immunitari. L’infiammazione orale cronica può compromettere la funzionalità dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), portando a una disregolazione della sintesi del cortisolo, il principale mediatore dello stress. Inoltre, i metaboliti sintetizzati dai batteri orali possono modulare la neurotrasmissione di serotonina, dopamina e GABA, neurotrasmettitori fondamentali per la regolazione dell’umore e dell’equilibrio emotivo. Ad esempio, la presenza di endotossine batteriche può aumentare la generazione di radicali liberi e indurre stress ossidativo all’interno del cervello, correlato a esiti avversi legati alla depressione e all’ansia (Michaud et al., 2023).
Implicazioni cliniche e prospettive terapeutiche
Considerare il ruolo dell’asse oro-cervello apre nuovi orizzonti multidisciplinari per la pratica clinica. La prevenzione e il trattamento di patologie orali come la parodontite non solo preservano la salute locale, ma possono ridurre il rischio di insorgenza e peggioramento di disturbi neuropsichiatrici e neurodegenerativi.
Interventi innovativi mirati a riequilibrare il microbioma orale, come l’uso di probiotici specifici e terapie di foto-bio-modulazione, stanno emergendo come potenziali strategie complementari per migliorare la funzione cognitiva e l’umore.
Un approccio multidisciplinare integrato che unisca odontoiatria, neuroscienze e psichiatria potrebbe rappresentare una chiave per sviluppare trattamenti personalizzati capaci di intervenire precocemente sulle disfunzioni dell’asse bocca-cervello, migliorando così la qualità della vita della popolazione sotto molteplici aspetti.
>
Riferimenti bibliografici
Borrego-Ruiz, A., & Borrego, JJ (2025). Borrego-Ruiz, A., & Borrego, JJ (2025). Microbioma orale umano e la sua influenza sulla salute mentale e sui disturbi cerebrali. Obiettivi Microbiologia, 11 (2), 242–294.
Liu, Y., Wang, X., & Zhang, H. (2024). Modelli del microbioma orale in un’ampia corte di comunità con sintomi di ansia e depressione. Psichiatria traslazionale, 14, articolo 132.
Michaud, D., Heitz-Mayfield, L., & DeVizio, W. (2023). Salute mentale e malattie parodontali e perimplantari. Parodontologia 2000, 92 (1), 157–174.